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NOTIZIE

Anche i messaggi pubblicitari generici devono pagare il CUP

messaggi pubblicitari generici

Il presupposto del CUP secondo l’art. 1 comma 819 della l. n. 160/2019 è: «b) la diffusione di messaggi pubblicitari, anche abusiva, mediante impianti installati su aree appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile degli enti, su beni privati laddove siano visibili dà luogo pubblico o aperto al pubblico del territorio comunale, ovvero all’esterno di veicoli adibiti a uso pubblico o a uso privato».

Sulla base di questo riferimento normativo, risulta impossibile poter sostenere le motivazioni di coloro che ritengono che non hanno natura pubblicitaria i messaggi infissi all'interno di un centro commerciale, basandosi sul fatto che essi non avrebbero lo scopo di promuovere e diffondere la domanda di beni o servizi, ma sarebbero finalizzati a migliorare l’immagine del soggetto pubblicizzato perché apposti su vetrine di locali sfitti. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione civile con sentenza n. 1359/2019.

Nel caso di specie, è stata affermata la natura pubblicitaria, assolvendo gli stessi ad una funzione promozionale di vendita, di grandi fotografie apposte su tutte le vetrine di un supermercato, rappresentanti diversi prodotti alimentari e scene di vita quotidiana. Secondo la Corte, le vetrofanie, le immagini e i messaggi pubblicitari oggetto di accertamento sono volti a promuovere il centro commerciale e tutte, in modo generico, le attività di vendita che vi si svolgono all'interno: per tale ragione non si può dubitare del loro contenuto pubblicitario.


La lettura integrale della sentenza in oggetto su Tuttotributi.it

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